Quel rumore di passi che ha fatto la storia della musica

Della serie: “i potenti mezzi digitali degli anni 90”; altro che Flanger, equalizzatori, filtri e delay: il celebre incipit di “Personal jesus” uno dei pezzi storici dei Depeche Mode inizia con una pesante camminata sulla tromba delle scale di uno studio di registrazione di Milano.

Il 19 marzo di 33 anni fa usciva “Violator” l’album capolavoro dei Depeche mode. Più che altro l’LP con cui Martin, Dave ed il compianto Andy sono entrati trionfalmente e indiscutibilmente nell’olimpo della musica mondiale e dal quale non sono ancora usciti, nonostante i tanti litigi, le divergenze artistiche, i seri problemi di alcool e di droga e non ultima la recente scomparsa del tastierista Fletch (Andrew Fletcher) il sound del gruppo, quello che metteva insieme i suoni ed anche i componenti della band (come dichiarato dagli stessi Martin e Dave). 

14 album all’attivo e una capacità unica di spiazzare e allo stesso tempo tranquillizzare i fan: ogni album dei DM è una storia a sé, una sorpresa anche per chi li segue dalle origini, perché la band è in grado di spaziare fra tanti generi musicali dal rock, al soul, dall’elettronico, alla dance ma restare sempre riconoscibile. Ci hanno impiegato anni ed almeno 6 album per essere riconosciuti grandi anche dalla critica che ha sempre apprezzato la loro produzione con un certo ritardo, almeno fino a 33 anni fa. 

Ma torniamo a quel 19 marzo del 1990 quando la band ha finalmente confezionato l’album perfetto: “Violator” che ha sapientemente coniugato grandezze stilistiche, un suono perfetto, avanguardistico ma con un pizzico di quel commerciale in grado di strizzare l’occhio anche ad ascoltatori non avvezzi al genere e poi l’ispirata penna di Martin Gore. “Violator” contiene i singoli più venduti nella storia della band: Enjoy the silence” e “Personal Jesus” e proprio di questo pezzo vogliamo raccontarvi la storia. 

In un’intervista di qualche anno fa Martin Gore, raccontò la particolare scelta di registrare quasi l’intero disco in uno studio di registrazione di Milano: il Logic Studios di Via Quintiliano 40, di proprietà dei fratelli Carmelo e Michelangelo La Bionda (quelli di “i wanna be your lover” fra i principali esponenti dell’italo disco degli anni 80). 

Era la fine degli anni Ottanta e la band di Basildon, Londra, aveva scelto Milano, per un fortunato passaparola fra Flood il produttore dei DM e Alan Moulder altro produttore che aveva registrato Malafemmina di Gianna Nannini, proprio in quegli stessi studi (si dice che in quegli anni ci fosse una sorta di agevolazione fiscale nel registrare fuori dall’Inghilterra). La band ha approfittando di una città al massimo del suo sfarzo notturno. “Abbiamo passato quei giorni principalmente uscendo la sera a fare festa» ha raccontato Martin Gore. 

I Fratelli La Bionda raccontano che i Depeche mode non erano come gli altri artisti con cui avevano avuto a che fare, erano alla ricerca costante di una novità in più per i loro suoni, si avvalevano tantissimo di campionamenti fatti direttamente da loro. E così fecero per “Personal Jesus”: il segno distintivo del pezzo, l’incipit che somiglia ad una sessione di percussioni, in realtà sono dei passi pesanti con gli scarponi registrati su una tromba delle scale e in vari altri ambienti dello studio. La band ha campionato il suono e l’ha ripetuto. Pare che l’album contenga anche dei campionamenti di voci di predicatori americani registrati su una musicassetta arrivata allo studio di Milano direttamente dagli USA (non c’era mica internet!). Altra epoca, altra musica, altro livello…poi ci chiediamo perché, per noi di una certa età, è così maledettamente facile essere nostalgici! 

SAVE THE DATE! Il 24 marzo esce l’attesissimo 15esimo album della band “memento mori” prodotto da James Ford e con la produzione aggiunta da Marta Salogni. L’album è nato durante le prime fasi della pandemia e con tematiche direttamente ispirate da quel periodo...vedremo...